Il medico chiamato per un consulto ha gli stessi doveri professionali del medico che ha in carico il paziente e non può esimersi da responsabilità adducendo il fatto di essere stato chiamato per valutare una specifica situazione. E' questo, in estrema sintesi, il senso della sentenza pronunciata dalla IV sezione penale della Corte di Cassazione (n. 3365 del 26/01/2010), che ha affrontato il caso di una bambina deceduta per insufficienza respiratoria a causa di epiglottide bombata. Il medico del reparto, dopo aver formulato la diagnosi, aveva chiamato a consulto due medici anestesisti-rianimatori, i quali però non procedevano ad intubazione o tracheotomia adducendo il fatto che si trattava di manovre di competenza dello specialista otorinolaringoiatra. Allertavano, quindi, l'otorino, ma poi si allontanavano dal reparto, senza più interessarsi del caso. Secondo la Suprema Corte, questo comportamento è stato negligente perchè in questo modo i due anestesisti sono venuti meno al dovere di adottare tutte quelle precauzioni che sarebbero state necessarie in considerazione delle gravi condizioni della piccola paziente, ossia servirsi delle attrezzature del reparto di terapia intensiva e coadiuvare l'otorino che sarebbe sopraggiunto. I due anestesisti, quindi, non avrebbero dovuto (quantomeno non entrambi) allonarsi dal capezzale della piccola paziente e in questo sta la loro responsabilità. (fonte: toscana medica news)